«Vorrei essere l’occhio fotografico di un drone che volteggia sicuro nella luce tersa del mattino sopra i tetti della città, disegnando, al variar della brezza, larghe spirali attorno ai campanili ed alle guglie delle chiese per poi volare sulle piazze e nelle strette vie alla ricerca di anfratti e di muri che odorano di pietre antiche. Vorrei come compagni in questo mio volo immaginario quei gabbiani che si librano nel cielo sopra la riviera attorno al monumento dantesco per poi planare rumorosi, con il loro grido sgraziato, fino ad accarezzare, a colpi d’ala, la silente acqua del Sile che sgorga da esuberanti risorgive a Casacorba.»
Ennio Ciaccia
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